La parola consapevolezza può significare davvero tantissime cose diverse e il rischio è che poi risulti una parola con cui riempirsi la bocca ma che rimanga poco di concreto.
Per me consapevolezza o fare scelte consapevoli significa imparare a porsi delle domande e trovare lo spazio e il tempo per farlo e ascoltare le risposte che arrivano.
Quali domande? In primis domande relative alla propria vita:
- come sto?
- cosa mi fa stare bene? cosa mi fa stare male?
- cosa posso fare per stare meglio?
- cosa voglio dalla vita?
- che lavoro voglio fare?
- quale significato do al mio tempo qui?
- quale sento essere la mia missione?
- il modello di vita che la società di oggi propone va bene per me?
Cominciare a porsi queste domande non è facile all’inizio, può risultare scomodo, vuol dire grattare via la superficie e cercare qualcosa che non si sa dove ci porterà, vuol dire uscire dalla propria zona di comfort. Rischiamo di comprendere di voler fare dei cambiamenti e i cambiamenti possono destabilizzare e fare paura. Ma quello che ci aspetta oltre la paura vale tutta la fatica!
E qui per me è entrato in gioco lo yoga.
Lo yoga a me ha insegnato a pormi queste domande e a trovare il tempo di ascoltare e trovare delle risposte. Come? Aiutandomi ad allenare l’ascolto del corpo e della mente, allenare la pazienza, confrontandomi con la frustrazione, la fretta e la voglia di ottenere tutto e subito, tirando fuori determinazione e coraggio.
Avendo cominciato yoga dopo i 30 anni, super rigida, ero molto in difficoltà con tante posizioni all’inizio, e tutt’ora devo continuare a lavorare tanto sulla mia flessibilità. Per cui ho passato diversi momenti di frustrazione in cui avrei voluto semplicemente essere in grado di fare la spaccata in un mese per esempio! Poi ho capito che non è saper fare la spaccata in sè a cambiarti/migliorarti la vita ma il percorso che fai per arrivarci o provarci e che anzi, più fatica fai in qualche modo meglio è, perchè impari di più.
E così attraverso la pratica e il movimento fisico, attraverso il respiro e la meditazione si impara a conoscersi di più, a entrare in contatto con le proprie emozioni, a confrontarsi con le proprie debolezze e la propria forza, a stare soli in compagnia di se stessi.
E nell’ascolto e nella solitudine (intesa in senso positivo, non il fatto di sentirsi soli, ma nella quiete e pace interiore che si può trovare solo nello stare con se stessi) affiorano le risposte alle domande. Le risposte sono già dentro di noi, ma spesso non le sentiamo!
Questo significa prendersi cura di sè e trovare dentro di noi la felicità.
La cura di sè è poi anche un aspetto fondamentale del fare in generale scelte consapevoli e sostenibili per il mondo in generale (natura, persone, animali).
Prendersi cura di sè significa avere la forza e le energie per fare scelte diverse, controcorrente, più sostenibili. Fare scelte diverse dalla massa richiede un pò più di energia, di coraggio, di determinzione e abbiamo bisogno di ricaricare le nostre pile!
Ogni persona ha il suo punto di partenza ma mi piace vedere come nell’ambito della consapevolezza e della sostenibilità i sentieri ad un certo punto di uniscono in un percorso comune che si può camminare insieme, aiutandoci a vicenda.