Negli ultimi anni si sta sempre più diffondendo l’approccio Zero Waste, che significa letteralmente “zero rifiuti”, ma nella pratica cosa si intende? La produzione di rifiuti che abbiamo quotidianamente in tutto il mondo costituisce un enorme problema per quanto riguarda il loro smaltimento, soprattutto perchè moltissimi di questi non possono essere riciclati e finiscono in discarica o negli inceneritori, causando inquinamento del suolo, dell’aria, delle acque…

Un approccio ecosostenibile cerca prodotti che possano essere riutilizzati, rinnovati, riparati oppure riciclati o compostati. Tende quindi a cercare di ridurre (fino ad arrivare idealmente a zero) la raccolta indifferenziata, cercare di evitare o ridurre moltissimo la plastica e a riciclare o riutilizzare tutto ciò che è in vetro, carta o metallo.

Da qui sono nate marche o linee di prodotti cosidetti Zero Waste che non hanno imballaggio in plastica, che sono biodegradabili o compostabili e che non abbiano packaging o che questo sia riciclabile nel vetro/metalli. Si sono diffusi così i prodotti solidi per la cura della persona per esempio: shampoo, balsamo, bagnoschiuma, deodorante, dentifricio in pastiglie, ecc…

E’ un lungo percorso, non semplice, ma possiamo fare la nostra parte cominciando con piccoli passi. Ecco le cose che man mano ho provato a cambiare per ridurre inquinamento e rifiuti.

Shampoo solido (il consiglio è di provare diverse marche perchè ognuno ha esigenze diverse per i propri capelli. Uno dei migliori per me è quello di Ethical Grace).

Bagnoschiuma in saponetta e saponette per le mani (non ho ancora una marca preferita, ne sto testando varie). Il bagnoschiuma solido differisce da una normale saponetta perché è più idratante.

Detersivi: prendo alla spina alcune cose e/o ordino online confezioni molto grandi (tipo da 5kg), così da ridurre l’imballaggio. Ne trovi qui.

– Cerco di evitare l’acquisto di prodotti da mangiare in confezioni mini con un sacco di packaging: tipo i grissini confezionati in pacchi da pochi pezzi l’uno all’interno di un altro grande packaging di plastica .

– Cerco di comprare più materie prime e meno prodotti pronti. Esempio: comprare i fagioli e autoprodurre dei burger vegetali invece di quelli già pronti confezionati in plastica.

Spesa online sfusa: ricevi tutto in sacchettini di carta. Per esempio da Negozio Leggero.

Frutta e verdura sfusa, il top se presa bio direttamente dal contadino.

Coppetta mestruale e assorbenti compostabili al posto dei classici.

Acqua del rubinetto o col vetro a rendere, eliminiamo le bottiglie di plastica!

Borse riutilizzabili quando si fa la spesa.

– Usare contenitori in vetro per gli alimenti da riporre in frigo e non usare la pellicola trasparente.

Spugna in luffa o fibra di cocco o vegetale per lavare i piatti.

Detergente solido per il viso, per esempio questo di La Saponaria.

Dischetti di stoffa al posto di quelli in cotone usa e getta (per struccarmi uso l’olio di jojoba e rimuovo il tutto con il dischetto di stoffa).

Acquistare molto meno in generale. Quello che per me funziona di più è aspettare qualche giorno da quando ho voglia di fare un acquisto e non agire d’impulso. Spesso la voglia se ne va!

Non bisogna, a mio avviso, cadere nell’idea del “o tutto o niente”, pensando che tanto per quel poco non cambia nulla. Un pochino fatto da tante persone cambia eccome le cose e man mano ognuno di noi potrà fare sempre di più, cominciando da piccoli passi.

Cosa ne pensi? Condividilo in un commento se ti va, trovo davvero utile il confronto su questi temi!

Lascia un commento